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     145E chiaro e dolce e pieno
     Di quel del liuto mio.
     Del sorriso nascosto
     E maligno m’avvedo
     D’uno de’ circostanti;
     150Ma nel momento istesso
     Chiamami l’alta voce
     Dell’araldo; che segno
     Fammi coll’alta mano
     Di entrare nell’aringo.
155Non eravam che due
     Esce dall’urna d’oro
     Del rivale la sorte,
     Senz’indugiare Lampro
     Incomincia l’insigne
     160Opera di Terpandro,
     Che Creazione ha nome.
La numerosa folla
     Serba sacro silenzio
     Sì che udiriasi infino
     165Lo stormir delle foglie,
     O il susurrar d’un’ape,
     Che di fior vola a fiore:
     E con mirabile arte
     Finito, ch’ebbe Lampro,
     170Battimenti di mano,
     Grida d’ammirazione
     Ricominciando ognora
     E prolungate sempre,
     La contentezza esprimono
     175Dell’adunanza intera.
Mi s’agghiaccia di tema
     Il sangue nelle vene,
     Ma si presenta al core
     Stupefatto l’immagine
     180Dell’infelice madre,
     E d’un ardor finora
     Non conosciuto l’empie.
     Alzo supplici gli occhi
     Alla sede de’ Numi,
     185E, rincorato, avanzo
     Verso il levato palco
     De’ giudici del campo.
Quasi ispirato intuono
     L’opera impareggiabile,
     190Ed i miei primi accordi
     Fanno augurare un suono,
     Quale non s’aspettava
     Da mia tenera etade.
     Ciò negli sguardi io leggo
     195D’ognun de’ circostanti.
Passo a passo percorro
     L’immisurato Caos
     Con volo or ratto or lento,
     Or con rauco stridore
     200E minaccioso ed aspro,
Or con sottil bisbiglio
     Che decresce e si perde.
     Incatenando i suoni
     E i dissonanti accordi
     205Rotti, contrarj, opposti,
     Dipingo il movimento
     Degli elementi sparsi,
     Mescolati senz’ordine,
     L’un coll’altro lottando.
     210Subito un’improvvisa,
     Solennemente lieta
     Transizione grandiosa
     La Creazione annunzia!
Tutto va al mio desire
     215Sol una corda suona
     Meno piena delle altre.
     Ma eccetto me, nessuno
     Quel difetto distingue.
Eccomi giunto alfine
     220All’istante: ov’è duopo
     Tocca l’indebolita
     Corda tre volte, in pieno
     Splendidissimo accordo,
     Con fragore la corda
     225Al terzo accordo rompe,
     E nel momento istesso
     Io questi detti ascolto: