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che meglio d’ogni parola esprimevangli quanta tenera riconoscenza ella risentisse per lui.

In sì fatto modo nuova via si dischiuse ai talenti di Elisabetta. Parea che quello studio più facile le riuscisse di quello d’ogni altra lingua. Dopo quattro mesi, già leggeva l’Evangelo. Avea appunto tredici anni. Poco tempo dopo fu in istato di tradurre Anacreonte in russo, in tedesco ed in italiano.

Crediamo far cosa grata ai nostri leggitori d’indicar loro i mezzi che adoperava per imparare le lingue. Cominciava dal porre ogni attenzione ai suoni che le sembravano appartenere esclusivamente alla nuova lingua che studiava, e cercava di contrarre l’abitudine di pronunciarli esattamente, lo che giudicava essere della più grande importanza. Nello stesso tempo leggeva col maestro. Poco tempo dopo incominciava da sè sola a leggere un autore, e col soccorso di un dizionario lo traduceva parola per parola, indovinando le forme grammaticali per analogia colle lingue che di già conoscea, e si rammentava ammirabilmente delle modificazioni delle forme generali, prendendole direi quasi a volo. Tutto ciò ella eseguiva con una rapidità straordinaria: nel breve corso di tre mesi potea quasi sempre leggere la nuova lingua alla quale si applicava, e la traduceva correntemente sia in russo, in tedesco, in francese, ovvero in italiano. Il dono più singolare che possedesse, si era quel genio innato che le facea conoscere lo spirito delle lingue diverse, le loro diverse costruzioni; dedurre dalle forme conosciute, quali potessero essere le sconosciute; distinguere in una lingua ciò che apparteneva allo spirito della medesima e rilevare ciò che era la conseguenza del tempo, delle circostanze e della riunione di differenti idiomi, era per lei il prodotto di un istinto secreto: niuna difficoltà la tratteneva. Analizzando un autore qualunque, non ricorreva al maestro che in un caso estremo, e questi allora con un leggero indizio

soccorrendola, ella tosto s’internava nell’idea dell’autore e ne faceva cosa sua propria. Quasi mai l’era d’intoppo il fondo dell’idea: avresti creduto ch’ella conoscesse a fondo e il cuore e la mente dell’autore che studiava. Poche frasi