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INVITO ALLA GIOJA
L’ora che’l ciel propizio
Ne dà, godiamla, o amici
Or che quelle fuggiro,
44Chi sa s’altre verran?
Qual lor avo Saturno
Esse hanno tutte l’ali,
Alla preghiera sorde,
88Indomite al poter.
Tengonsi esse per mano,
E più pronte del lampo
Fuggon dietro alle nostre
1212Spalle, bizzarro stuol!
L’una fa cenno a vecchio
Già di vivere sazio,
L’altra a lieta, briosa,
1616Giovinetta beltà.
Sol il presente è nostro:
È l’avvenir avvolto
In veli, che finora
2020Nul vate sollevò.
In fiorita vallea
Allo spuntar del sole
Sollazzavasi torma
2424Di vivaci fanciul:
Quando sorse di terra
Spettro, che ’l sol velava,
Ed, afferratone uno,
2828Sotterra rïentrò.
LE COMPAGNE AD EUDORA
Fin che purpurea rosa
Fiorìa ne’ campi lieti,
E fin che in seno al bosco
4Cantava l’usignuol,
Anche tu, o dolce Eudora,
Della rosa rivale,
Rival dell’usignuolo,
8Rimanevi quaggiù.
Ma appassita la rosa
E l’usignuol fuggito,
Di più felice vita
12Tu pur volasti in sen.
Come le pastorelle,
Arido il suol veggendo,
Si dicono gemendo:
16«Spariro i nostri fior!»
Così le tue compagne,
La tomba tua veggendo,
Diran fra lor piangendo:
20«Eudora non è più!»