220Diè Amore a suoi seguaci
Nuovo segno, da Venere
Visto, nel punto istesso
Che ver lui si volgea.
Così lieta gli disse: 225«O figliuol mio, tu fosti
Di questi giuochi autore.»
Già la novella Venere
Circondata si vede
Da Driadi e da Napee 230E da uno stuol di Ninfe,
Incoronate tutte
E di rose e di gigli.
Sostengono vaghissime
Intrecciate ghirlande, 235Ed al suon di soavi
Avene e di zampogne
Imitano in danzando
Or vago laberinto,
Or radïanti stelle, 240Or semplici o intralciati
Magnifici festoni,
Or padiglion guerriero,
Ora real palagio,
Tutto d’intorno ornato 245Da vezzose cariatidi.
Cessa il suon delle avene,
E cantano danzando:
Te salutiamo, o Dea,
Regina del Creato! 250La pianura t’aspetta
Tutta cinta di fiori,
La selva dal crin fosco
E ’l ratto ondoso fiume!
Te celebran Regina 255Tubando la colomba
E il sir della foresta
Col feroce ruggito,
E con man grata l’uomo
I tempj a te consacra.
260Te salutiamo, o Dea,
Della vita conforto!
Del Fato inesorabile
Il voler crudo tempri.
Così cantâr le figlie 265Della Terra, e ancor esse
Fra’ cespugli spariro.
Scendono nove suore
D’un declive laureto,
Carche di ricchi doni. 270L’uno da pinto vaso
Versa celeste ambrosia
Sulle chiome alla Dea.
Altra le bionde treccie
Sovra la fronte acconcia, 275Dalla terza un ammanto
Da Minerva tessuto
In dosso le vien posto.
Altre ai piedi le adattano
Moltissimi calzari, 280E smanigli alle braccia,
E pendenti alle orecchie:
E alfin cinte le tempia
Di magnifico velo,
Tutte le fan corona 285All’assemblea de’ Numi,
In vago anfiteatro
Che il sol morente indora,
Mentre che tutto intorno
Sotto l’opaco velo 290Dorme dell’ombre mute,
La numerosa corte
D’Amore e delle Grazie
L’adunanza figurano
Degli Olimpici Dei. 295Con timidetto passo
La novella Ciprigna
Va innanzi, e tutti i Numi
S’alzano al venir suo.
Le Camene incominciano 300Misteriose carole,