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     Che, dopo sua caduta,
     Via portò dell’audace
     L’inanimata salma.
     1225Eccoti, figlio mio,
     Salutari consigli:
     Ora per rallegrarti
     Narrerotti... M’ascolta!
Un dì Amor colle suore
     1230Venne qui d’Amatunta,
     Per veder che mai sia
     Il bosco delle Muse.
     Ei con veloci penne
     Visitò tutti i luoghi
     1235Piacevoli e selvaggi;
     Grandïosi e gentili
     Del varïato bosco,
     E, i monumenti e tempj
     Visti, disse alle Grazie:
     1240«A voi, care sorelle,
     Del gran Giove le figlie
     Consacrarono un tempio,
     Ma si dimenticaro
     Che non pochi cantori
     1245Tali divenner, grazie
     All’estro che nel freddo
     Cor loro accese Amore.
     Vo’ dunque io stesso alzarmi
     Monumento qualunque.»
     1250E di que’ monti slanciasi
     Alla più alta e selvaggia
     Cima nevosa, dove
     Piè umano mai ascese.
     Tosto che’l lieto Nume
     1255Scosse le creatrici
     Penne in sul ghiaccio eterno;
     Tutte a gara vi spuntano
     Le vaghezze più splendide
     Dell’alma primavera:
     1260Già vi spargono giovani
     Alberi l’ombre tremole
     Sulla nascente erbetta
     Di fiorelli smaltata:
     Già vi risuona il canto
     1265Di rigiranti allodole,
     E secolari nevi
     In un attimo crollano,
     E liquefatte scendono,
     Romorosa cascata,
     1270Nella valle e vi formano
     Chiara perenne fonte,
     Ch’appo il pio montanaro
     Nome ha Fonte d’Amore
     Ed appo gli abitanti
     1275Della pianura, appiede
     Delle montagne estesa,
     Permesso, fiume limpido,
     Cui tutti i rivi intorno
     Crescono a gara le onde,
     1280Che tra fiorite sponde
     Ora eccheggiano al canto
     Del provido cultore,
     Ora alla dolce avena
     Dell’errante pastore.
     1285Oltrepassata Aliarta,
     Tra le città la prima,
     Egli le placid’acque
     Mescola colle azzurre
     Onde del vasto lago...
1290Dalle profonde valli
     Già maestosamente
     Sorgeano, progredendo,
     Le ombre sin alla cima
     Degli inferiori monti.
     1295Sui Delfici lontani
     E vaporosi colli
     Gradatamente andava
     Spegnendosi l’incendio
     Del maggior fra i pianeti,
     1300E già conquistatrice
     S’avventava la notte,
     Ottenebrando l’aria
     Ed imbiancando i campi;
     Quando per scesa rapida,
     1305Ma di periglio esente,