Delle Dee lo spendore,
Che al par di quel del sole
Occhio uman non sostiene. 1060Presso al vago soggiorno
Delle Pierie suore
Malinconica sorge
Isolata collina,
E co’ ridenti campi 1065Ond’attorniata viene,
Fa severo contrasto.
Coronata è la cima
Da pini sempreverdi,
Eppur non rallegranti, 1070Da alti piramidali
Abeti vieppiù mesti,
E da foschi cipressi
Dalla cadente chioma,
Quasi umida di pianto. 1075Solo qua e là traluce
Pompeggiante una fronda
Di dovizioso mirto,
Pianta sacra all’Amore.
In mezzo al poggio, quasi 1080In magnifica stanza
D’allori tutti in fiore,
Ecco maraviglioso
Gruppo di tre mortali,
Che Numi crederesti. 1085L’anzïano di loro
Sulla Titanea fronte,
Che del fiero ed indomito
Prometeo fora degna,
Visibilmente impronta 1090Ha la generosa indole,
Benchè fiera e iraconda,
Ed accenna nel guardo
Ardimento bastevole
A sfidar Giove e ’l Fato. 1095Dell’altro, cui la mente
È tutta in sè raccolta,
L’aguzzate ed immote
Meditabonde ciglia
Dicono ben, che poco 1100Egli a cura abbia il mondo
Esterïore, e tutti
I suoi grandi pensieri
Tolga dalle sorgenti
Perenni e sempre gonfie 1105Del misterioso core,
Che, quanto più sen toglie,
Tanto ha più ridondanti
L’inesauribil’acque,
Se men forza dispiega 1110De’ precessori il terzo,
In soave dolcezza,
Che trae l’amime seco,
Ei di lungi lì avanza.
È d’uopo che ti dica 1115Che dessi sono Eschilo
E Sofocle ed Euripide,
I primi che cingessero
Il tragico coturno?
Disparisce la densa 1120Nebbia che finor tutte
Ricopriva le falde
Degli altissimi monti.
Oh scena incantatrice!
Oh vista impareggiabile 1125Di monti che cogli omeri
Fanno al cielo colonna!
Comun trono pacifico
Di due stagion nemiche,
Essi l’altere cime 1130Cinte han d’eterno ghiaccio,
E di ricca verdura
Le non erte pendici:
Radiante consesso,
Qual dei sovran dell’Orbe. 1135Con avvolte le spalle
In ampio manto azzurro,
Sull’imperiali teste
L’abbaliante diadema
Di variabil diamanti, 1140Posano il regio piede