805Assiduo osservatore,
Scorge distintamente
La giojosa brigata;
Egli grida con sommo
Contento ai circostanti: 810Amici, stiamo allegri,
La ragazzaglia giuoca!
Farà al certo bel tempo
Ben dieci giorni ancora.
Mira quell’uniforme 815E solitario monte!
Nè sull’immense terga,
Nè sulle dolci chine
Egli non ha vestigio
Di foresta o boscaglia. 820Dopo i rapidi mesi
Che qui regna l’inverno,
Di non eterne nevi
Carco da banda a banda,
Egli il primo alla lena 825De’ Zeffiri novelli;
Snuda le verdi spalle,
E le belanti mandre
Alletta a visitare
Le pasture che pompa 830Fanno di fiori e d’erba
E di bell’acque chiare.
Mancano sì le quercie
Dall’ombra opaca e fresca,
Ma ’l pastore vi trova 835Ospitali caverne,
Che dal cocente sole
Meridiano difendonlo
E ripetono tutte
A vicenda le dolci 840Arie della zampogna.
Qui mi sembra di udire
Il mormorar d’un fiume!
Feci tre passi inoltre,
Ed in romita valle 845Chiaro e maestoso fiume
Veggo di sasso in sasso
Scendere, quale un aureo
Ripulito cilindro
Sui lucenti scaglioni 850Di gigantesca scala:
Quanto egli è strepitoso
Nell’alpestre caduta,
Tanto sta cheto in grembo
Alla florida valle, 855U’ diafano s’estende
In grazïoso lago,
Del ciel sparso di nubi
Fedelissimo specchio.
Pressochè in mezzo al lago 860Un’isoletta sorge
Che delle grue ha nome.
E benchè sien fangosi
Quasi tutti i contorni
Del laghetto, non odesi, 865Al dir de’ condottieri
Quasi mai gracidare
La rana che t’assorda,
Non che d’angue nocevole
L’orrido sibilare. 870«Vedi laggiù quel ponte
Che risplende qual marmo
Bianchissimo di Paro?
Egli è, quale lo miri,
Tutto opera del verno. 875Spesso dall’alte cime,
Qual sradicato un monte,
Si distacca repente
Massa dismisurata
D’accumulata neve. 880Voltoloni cadendo,
Sempre l’immenso globo
Va crescendo e strascina
Seco ciò che rincontra
Nell’orrenda discesa: 885Ecco ei piomba nel fiume
Che scorre placidissimo
Nella stretta sua valle.
Chiuso il passo al torrente,