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     Tutt’opra di possente
     Creatrice natura!
     Qual arco trïonfale,
     640L’ingresso largo ed alto
     Che ver meriggio stassi,
     Vede anche il sol cader.
     Al di sopra dell’alta
     Volta dell’antro vasto
     645Ricche macchie pompeggiano
     D’alberi colossali
     Dal variante fogliame
     E coi rami pendenti.
     Edere dai fior gialli
     650O purpurei s’avvinghiano
     Quale ampia rete a loro,
     E numerosi formano
     Maestosi festoni;
     E leggiadre ghirlande,
     655Che ondeggianti muovono
     Ora i garruli augelli,
     Ora le fresche e instabili
     Primaverili aurette.
     Va lo stupor crescendo
     660Tosto che ’l limitare
     Della grotta varcasti.
     Quasi di ricchi arazzi
     Addobbate risplendono
     Di variegato musco
     665Tutto intorno le mura.
     Lungo ambo le pareti
     Spunta la vite carca
     Di grappoli maturi,
     Che intrecciasi coi bianchi
     670Gelsomini odoranti.
     Cento e cento usignuoli,
     Che in quell’antro ebber vita
     Qui s’annidan securi,
     E la tenera prole
     675Ammaestrano al canto.
     Della grotta nel fondo,
     Là ’ve, quali sorelle
     Dopo assenza lunghissima,
     Amorose s’abbracciano
     680Colla luce la notte,
     Ed in mezzo a verdura
     D’asfodilli smaltata,
     Sorge romita tomba.
     A difetto di marmo,
     685Mano amica di povero
     Patrio sasso l’eresse.
     Vi lessi questi detti:
     «Alla memoria di Etta,
     Dalle Camene amata,
     690Che nel fiore degli anni
     Crudo fato rapì.»
     Picciol fronda d’alloro
     Ch’ïo teneva, e pochi
     Semplici fior campestri
     695Sulla tomba deposi,
     Forse alla giovin Ombra
     Non dispiacente dono...
     «Ascolta attentamente,»
     Il condottier mi disse:
     700«Non odi tu distinto
     Il cupo mormorio
     Di sotterraneo fiume,
     Cui de’ superni monti
     L’alte nevi disciolte
     705Danno precaria vita?
     Egli ad alcuni passi
     Dall’eterea sua cuna
     Furibondo discende
     In tenebroso abisso,
     710Erra lungo nel seno
     D’inferiori montagne,
     Quando alfine, non lungi
     Di quest’antro profondo,
     Romoroso riappare
     715D’alta schiuma coperto
     Alla luce del sole,
     Ingrossato da nuove
     Onde, che lungo il corso
     Dalle feconde vene
     720Della terra raccolse.»