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     Lo spirto di Mirtoo.
     Tosto che ’l solitario
     555Cantor la voce scioglie,
     Intorno intorno fassi
     Altissimo silenzio.
     Egli abita un poggetto
     Ch’ammirerem fra poco.»
     560Cessato che l’augello
     Ebbe il soave canto,
     Il meandro seguimmo
     Di tacito ruscello,
     Ed ecco in mezzo a quattro
     565Piacevoli laghetti
     Pompeggiare vezzosa
     Una punta di terra,
     Tutta tutta vestita
     D’ombrosissime selve,
     570Che i lor rami fronzuti
     Chinano sin a fiore
     Dell’acque attornïanti.
A sinistra volgendosi,
     Comodissima via
     575Guidaci al nudo giogo
     D’una fuga di colli.
     Salitane la vetta
     Che vediamo? Profonda
     E larghissima valle,
     580Ove l’occhio si perde.
     E d’ambidue le sponde
     Consimile l’aspetto:
     Serie non interrotta,
     Ma variante tuttora,
     585Di vaghi seni e golfi.
     Sì, sembra questa valle
     L’abbandonato letto
     Di smisurato lago,
     Direi d’interno mare.
     590Appiè delle colline
     Onde rinchiuso viene,
     Manifeste si vedono
     Vestigie del livello
     Dell’acque. dissecate.
     595È della valle il fondo
     D’erba magra vestito,
     Quale in landa arenosa
     Germogliare si vede;
     E mostrommi la guida,
     600Sulla calcarea china
     De’ costeggianti poggi
     Quella pianta che invano
     Sommerger tenta il mare.
     Al termine dell’ermo
     605Silenzioso vallone,
     Laddove lembo a lembo
     Egli col ciel s’unisce,
     Splende chiara laguna,
     D’onde assorbisce il sole
     610I vaporosi flutti,
     Che in luminosi fasci
     Vedi salire al cielo.
     È forse quel distante
     E riserrato stagno
     615L’ultimo e scarso avanzo
     Del pelago svanito,
     Che l’astro essiccatore
     Inghiottirà fra breve.
     Mal soffron l’emozioni
     620Gioconde in un e meste,
     Innanzi a tal veduta
     Dal mio core provate,
     D’esser descritte al vivo
     Con adeguati detti.
625Attraversai penoso
     La romita e silente
     Valle, ed oltrepassato
     Un anfratto che i monti
     Fanno, o Numi, che vedo!
630Sotto un mirando gruppo
     Nell’etera sospeso
     D’agglomerate nubi
     Dalle magiche tinte,
     E là dalle bizzare,
     635Qui, dalle vaghe forme,
     Veggo caverna immensa,