Esse l’unico asilo
Furono contro i fuochi
Dell’ardente canicola. 460Qui sotto all’ombra loro
Celebravansi tutte
Le feste della valle;
L’arrivo dell’incerta
E breve primavera; 465Il men grato ritorno
Della cocente state;
La venuta d’autunno
Poco fido e mutabile
Con mezzo vuoto corno. 470Ora, da parecchi anni,
Due usignuol romiti
L’ombra grata di queste
Piante vetuste avvivano
Con i lor canti, scevri 475D’ambizioso orgoglio.
Nacque l’un di costoro
Presso alla sacra tomba
D’Orfeo, dai Numi amato.
Dalla tenera etade 480Più vicino vivendo
All’irradiante Olimpo
Che del soggiorno, ognora
Di nuvole velato
Dei miseri mortali, 485Ei di buon’ora sciolse
L’anima dai piaceri
E dagli affanni umani,
Consacrando al cantare
L’avanzo d’una vita 490Benefica e modesta,
Nascosta sì, ma invano
Essa alla gloria involasi,
Che di raggi immortali
La cingerà per certo. 495Tosto che qui la dolce
Voce sua si diffonde,
Cadono le catene
Onde l’alma va carca,
E più libero il petto 500L’aura celeste aspira:
E se cessa il soave
E sublime suo canto,
L’amenissima voce
Lungo risuona ancora 505Nell’intimo del core.
Ecco l’adito s’apre
Del santuario istesso!
Oh vista celestiale!
Egli non son pompose 510Lunghissime ghirlande,
A numerose schiere
Con dotta mano appese,
Ch’ornino questo tempio
Onde l’alma è stupita: 515Qui il magico splendore
D’otto superbe mura,
Da mille e mille fiori
I più vaghi coperte,
Ammaliano gli sguardi. 520Dinanzi ad ogni muro
Colonnate pompeggiano
Dal plinto al capitello
O di rose o di gigli,
D’iridi o di giacinti. 525Prodigamente avvolte,
Poste le colonnate
Dello stesso colore
Sempre si trovan l’una
Rimpetto all’altra, ed hanno 530I capitelli adorni
Dalle più vive tinte:
Contrasta l’architrave,
Tutto tutto vestito
Da scabïose brune: 535Sopra di lui riposa
Il bianchissimo fregio
Con azzurrine stelle:
Mescolanza stupenda
De’ più splendidi fiori, 540Grandïosa ed ardita