1490Quel giorno un gran diamante
D’alta e rara bellezza
Sulla testa splendea
D’Elisa, cattivando
De’ spettatori ’l guardo; 1495Ma da quel giorno innanzi
Nessun mai più nol vide.
Ma fe’ appena ritorno
La terza primavera,
Ecco nell’intervallo, 1500Che la valle separa
Dal gran monte Messapo,
Un acquedotto alzarsi
Non marmoreo e fastoso,
Ma saldissimo e tale, 1505Che del tempo vorace
Gli sforzi egli non teme.
Del Messapo sul fianco
Sei limpide, perenni
E copiose sorgenti, 1510In un sol rivo giunte,
Con dolce mormorio
E rapide qual vento,
Fiume etereo, traversano
Quel vaghissimo ponte, 1515Che tre file sostengono
D’ampissimi pilastri;
Appena giunte in vetta
Al trarupato monte
Ond’è cinta la valle, 1520Con fragore che sembra
Allontanato tuono,
Esse, maestose, piombano,
Immensa cateratta,
Nella già miseranda 1525Or bellissima valle,
Che statti innanzi agli occhi.
Tu, viaggiator, dirai,
Se son vere le nostre
Tradizïoni antiche, 1530Che rivale la chiamano
E vincitrice spesso
Della valle di Tempi.