Signoreggia le vaste
Circondanti paludi,
Ch’abita l’innocente 485Altogracchiante rana.
Spaventevoli echeggiano
Qui l’onde rinascenti
Del lago oltre que’ monti,
Cui dal rapito amico 490Ercole diè nome Ila.
Esse del lungo giro
Nel cavernoso seno
Di monti alpestri stanche,
Qui spalancan le porte 495Del notturno lor chiostro
Con orrido fragore,
E ricercan bramose
L’alma luce del giorno
Da spelonche spaziose, 500Che di Natura apriva
La man possente, sgorgano
Impetüose, e orrore
Alle pacifiche acque
Inspirano del lago, 505Sì che raccapricciante
Fuggon lontan lontano.
Qui le barche leggiadre
Abbandonâr la spiaggia
Meridional del lago. 510Pïetoso lo stuolo
De’ naviganti inchinasi
Innanzi al sommo Giove,
Che l’alte cime alberga
Del nebuloso Ipato; 515Poi parte delle vele
Spiega al vento che levasi
E increspa l’onde chete
Accelerando il corso
Per arrivare al capo 520Consacrato ad Apollo,
Pria che l’oscura, all’uomo
Nemica notte cada,
E si stenda sul lago.
«Là negli antichi tempi 525(Così ’l canuto nauta
A raccontare prese
All’alta Passeggiera,
Le mostrando uno stagno)
La dimora sorgeva 530D’incantator malvagio,
Mole vasta e superba
Che ammalïava gli occhi.
Tosto ch’uno straniero
Entrava nel dominio 535Dello stregon crudele,
Trasformato venia
In rabbïoso lupo,
O in feroce cinghiale
Od in orribile orso. 540Un dì, del luogo ignara,
Un’orfanella entrovvi.
L’incantator fallace,
In forma di fanciullo,
Subito fessi innanzi 545A lei, e la condusse
Alla vezzosa casa,
Che splende al par del sole.
L’orfanella tremante
E sbigottita segue 550Il condottier fanciullo.
Ed ei, per via, cangiato
In gigante, sogghigna,
E dietro a sè strascina
La giovin grata preda. 555Ella subito gli occhi
Alza al cielo propizio,
E ad alta voce esclama:
«Venite al mio soccorso,
Onnipossenti Numi, 560E me dall’empie mani
Del rapitor salvate!»
Ecco, la terra intorno
Orribilmente trema,
E l’orfanella, in forma 565Di candida colomba,