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LA STORIA DELLA VALLE
Discesa dalla stirpe
D’Ellade la più antica,
In Aspledon — la cuna
Delle Grazie, fioriva
5Elisa, maraviglia
Di virtude e bellezza.
Il mondo mai non vide
Alma più pura e bella,
Sublime e in un modesta.
10Le recavan in dono
Le arti e le scienze i frutti
Delle lor lunghe veglie,
E s’ella con sorriso
Approvator li accolse,
15Entravan con fiducia
L’arduo e sdrucciolevole
Sentiero della gloria.
Ma più ch’all’alte scienze,
Della Natura intente
20Ad indagar gli arcani,
E più ch’all’arti vaghe,
D’abbellire capaci
Con lor magico scettro
Ogni menomo oggetto;
25Elisa dedicossi
A sollevar gli affanni
De’ miseri mortali.
Quale Flora al ritorno
Di lieta primavera
30Sparge sui morti campi
Con savia mano a mille
I variopinti fiori;
Tale Elisa consola,
Prospera, aita, e sparge
35I semi di ventura
Felicità costante.
Da tanti pregi acceso
Il glorïoso duce
De’ Tessali guerrieri
40Divennele consorte.
Ma per difesa altrui
Spesso lasciarla ei deve.
Di sua assenza dolente
Elisa abbracciar vuole
45I genitori suoi.
Quai dolci e care idee
Le smuovono la mente
Allor che nella estiva
Pompa loro rivede
50Le pittoresche sponde
Del superbo Cefiso.
Qual veloce farfalla
Allo splendor dell’alba
Vola da fiore a fiore,
55Non riposando mai;
Tale Elisa percorre
Ora i fioriti campi,
Ora i vezzosi colli,
Or le armoniose selve,
60Or rauche cateratte:
Il cor, che non oblía,
Subito li ravvisa
E pargli, che sovra essi
In magico splendore
65Sulle ali porporine
Si librino le grate
Ombre de’ dì passati.
Gli abitator, sorpresi