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quelle, ed aspettava con un’ansietà infantile che, sprigionata, sorgesse di bel nuovo luminosa dal grembo loro, per mostrarsi nel cielo azzurro: rallegrata dal suo ricomparire, inventava le narrazioni le più singolari intorno alla luna. Essa pure era per lei un essere animato, sensibile, che rimirava con benevolenza la terra e gli uomini. Eccovi un frammento di ciò che raccontava intorno quell’astro: «Un contadino avea un cane che difendeva la sua casa dai ladri, e che esso amava assaissimo. Ad un tratto il cane scomparve. Il pover’uomo pianse amaramente la perdita del suo amico e custode. La luna vedendo le sue lacrime e il suo cordoglio, sorrise, e gli disse: – Cessa di piangere, o buon uomo: il tuo cane è meco: vieni tu pure: io ti darò e del pane e una capanna: ti accerto che vi starai bene. – Il contadino accettò, ed ora non ha più argomento di affliggersi, tanto è felice là nella luna.» Essa è cosa al certo sorprendente, che simile strano racconto sia nato nella mente d’una bambina. Ma i sogni di una fervida giovanile immaginazione non sono forse i precursori delle sue future finzioni? Giugne poi il tempo, in che l’anima creatrice raccoglie quel frantumi sparsi, li sottopone alla squadra e al compasso, e formandone un tutto crea poi il giardino di Armida, l’Inferno o il Paradiso. Da quelle rapsodie, da quelle tradizioni infantili, vedrete poi sorgere la sublime epopea, siccome un mondo armonioso, e quel mondo voi lo studierete con la stessa cura e la stessa ammirazione, con che Neuton studiava le leggi che reggono i pianeti.

Non vogliamo passare sotto silenzio alcune altre circostanze di quell’epoca della sua vita, cioè allorquando avea ancora cinque anni. Tutto interessa coloro i quali godono di osservare il progresso della natura, e ne saranno piuttosto grati, se nulla ommettendo entriamo in questi dettagli, anzi che trovarli noiosi e superflui. Non lungi dal l’unica finestra della sua capanna, stava un bel pioppo. Un giorno che il vento era impetuoso, le sembrò che i rami del pioppo s’inclinassero inverso lei. Corre ad un tratto alla madre e la prega a permetterle d’andare in giardino. «E perchè, figliuola mia? v’è troppo vento, e ti raffredderai.» – «Non abbiate verun timore. Egli è