565Subitamente s’alza,
E dell’Asopo il corso
Seguendo, vola ai colli
Non lontani d’Eretria.
Stassi su quelli immoto 570Un nuvolone negro,
Ond’esce repentino
Un immenso avoltojo
Con alto rauco grido.
S’incontrano gli augelli, 575Pronti a mortale pugna,
In sull’Asopiche onde.
Si assaltano feroci
Sol una volta o duo,
E ’l cigno, il collo, il petto 580E le ali insanguinate,
Cade in mezzo del fiume,
E le onde, dalla salma
Percosse, con rimbombo
Risaltano nell’aria. 585Tal subitanea nebbia
In sera estiva sorge
Dalle misterïose
Onde chete d’un lago,
Ed all’umano sguardo 590Asconde ’l patrio Genio
Benefico, ch’a poco
A poco innaffia tutti
I campi, inariditi
Dagli ardori del sole. 595Ma nel momento istesso
Quella nube ch’immota
Stava sui colli Eretrj,
S’avventa ed inghiottisce
L’avoltojo vittore, 600E odesi a mano destra
Inaspettato tuono.
Alzando mani ed occhi
Al cielo, il pio Guerriero:
«Grazie, esclama, de’ fati 605Regolatori eterni,
È nostra la vittoria!
Io morrò, ma, Platea,
Tu libera sarai!»
Venne colla risposta 610D’Astorre il messaggero.
Ed ecco i sacerdoti
Di Giuno e di Minerva —
Custodi di Platea,
E quei del misterioso 615Tempio dell’alme Dive —
Protettrici di Scolo,
Escono da ambo i campi
Per misurar la lizza.
Poi le sorti gettate 620D’Androcrate e d’Astorre
In un argenteo vaso,
Il minore tra loro,
La faccia indietro volta,
Una ne tira, e legge 625Con altissima voce
Il nome d’Androcrate,
Che dal Fato vien scelto
Per cominciar la pugna.
Qual giovane che lieto 630Corre alla danza insieme
A vergini leggiadre
In praticel fiorito,
Ne’ caldi giorni estivi
All’ora che la luna 635Sorge svelata, e brilla
In zaffirino cielo;
Tal con leggiero passo
Androcrate s’avanza
Verso la lizza, dove 640Lo seguono de’ suoi
I gemiti ed il pianto.
Venuto all’ampio giro,
Dove l’attende Astorre
In armatura d’oro 645E con elmo, sul quale
Quattro gran piume splendono,
Lavoro di Vulcano;
Il pio campion, volgendo