Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 148 — |
IL MONUMENTO EROICO
Il vecchio Pastore
Con istupor tu miri,
Giovinetto straniero,
Quest’ampio monumento,
Che da lungi si mostra,
5Su tutta la pianura
Dall’Asopo bagnata.
Il Viaggiatore
Alle radici nato
Degli altissimi monti,
Dove non tace mai
10La fragorosa voce
Del tuono, io traversai
Dell’Epiro lontano
I misteriosi piani,
Le placide vallee
15Dell’amena Tessalia;
Io vidi la cittade
D’Apollo e l’altre vaghe
Contrade della Focide,
Nella terra di Cadmo
20Lo gigantesche mura
E i tempj antichi io vidi;
Ma non v’ha monumento,
Che il guardo e i pensier miei
Ammirasser stupiti,
25Come quel monumento
De’ secoli passati:
Chè l’edera ritorta
E ’l giovinetto boso
Che ’l cuoprono, con chiara
30Voce cui dicon, ch’opra
Ei sia degli avi vostri.
Dimmi, ten prego, o padre,
Ciò che tra voi ne dice
La fama, dell’antiche
35Gesta conservatrice.
Il vecchio Pastore
Dirotti, o figlio mio,
Quale ne corre il grido.
Cent’anni pria che fosse
Arsa Troja e distrutta,
40Allor che la felice
Beozia ancor da Regi
Veniva governata;
Nella superba Scolo,
Da paludi difesa
45E da scoscesi monti,
Regnava il valoroso,
Scaltro e feroce Astorre,
Figliuolo del modesto
E giusto Protenoro.
50Ei con gloriose pugne,
Con ria lingua, maligno
Oprar, e aperta forza
Regio potere ottenne
In libera cittade,
55Che da spietato, atroce
Tiranno governava.
In breve dalle cime
Del Citeron vicino
Brigata di ladroni,
60Del scarso viver lassi,
A lui unissi, e pronta
A cenni suoi compiva