O tu, cui dee la patria 110Terra ogni sua dovizia,
Non isdegnar i doni
Del grato nostro cor!
Quel ch’insegnasti agli avi
Coi detti e coll’esempio, 115Lo pratica il nipote,
Lodando ’l primo autor.
Come a benigno Nume
sagrifichiamo ogni anno
A te, nulla temendo 120Che se ne irriti ’l ciel.
È degli Dei l’amico,
Chi l’uman vita abbella,
E voglion che s’adori
Ogni benefattor.
125Deposto ’l vel terreno,
Andasti ai Numi, e siedi
Fra ’l coro delle Muse,
Spirto felice in ciel.
Ecco, due giovanetti 130Riverenti dal tempio
Uscirne in man recando
Il tripode che d’oro
Purissimo è formato,
Quello stesso che in Calcide 135Vuol la fama ch’Esiodo
Giovane ancor vincesse