Che nelle sue compagne
Tante volte derise,
Or le ingombran la mente 315E immensa fiamma ascendono.
Di luogo in luogo errando
Turbata, irrequïeta,
Di subito ella incontra
Debol schifoso vecchio. 320Come se inaspettato
Rincontrasse lo sposo,
Da lungo tempo assente
Ed in lontane terre
Quasi estinto creduto, 325Ella rapidamente
Verso il vecchio s’avanza,
Ed impaziente strigne
La di lui scarna mano,
Non scorgendo, o immemore 330Del viso scolorito,
Della barba canuta
E delle molte rughe,
Ella amorevolmente
Gli fa i più dolci vezzi. 335Il vecchierello ognora
Le fervide carezze
Di Calliroë schiva,
Suo malgrado fedele
Agli ordini del Nume. 340Si vede amor negli occhi,
Si vede amor dipinto
Sulle focose guancie
Della fanciulla, quasi
Uscita fuor di senno. 345Il vecchierel le mostra
La chioma e barba bianca,
Le cave smorte gote;
Ma, non che mitigare,
Ei colla resistenza 350Aumenta ed avvalora
L’affetto dell’amante.
Già di sè non padrona,
Ella spiegò le braccia
Per allacciarne il brutto 355Vecchiaccio, che pur male
Allora si difese.
Ecco, improvvisamente
Indietro a lor risuona
Concento inopportuno 360Di numerosi flauti,
E vedesi (ahi, vista
Molestissima!) Amore,
Portato dai pastori,
In mezzo alle compagne, 365Sovra leggiadro scudo
Di fiori inghirlandato.
Il Nume colla destra
Mostrando la rubella:
«Voi qui vedete,» disse, 370«L’immenso mio potere
E la vendetta mia.»
Vorrebbe Calliròe
Che ’l suolo l’inghiottisse.
Oh! come allor maligni 375Si ridono i pastori
Della di lei sventura!
Ma, piene di pietade
A scena sì crudele,
Le giovinette amiche 380In ginocchio pregaro
Il Dio vendicatore,
Scusando la compagna:
«Non punir, Dio possente,
Come delitto atroce 385Un fallo da improvvisa
Inverecondia nato!»
Il Nume, intenerito
Dal non mentito pianto
Delle meste compagne, 390Tocca coll’ale d’oro
Il brutto vecchierello,
Ed eccolo cangiarsi
In vago giovanetto,
Ridivenuto Aminta. 395A tal meravigliosa,