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     Con stolta irrisïone
     Ella lo getta a terra,
     230E se ne va superba
     In traccia delle amiche,
     Fuggite con terrore.
Cadendo l’arco sveglia
     Collo strepito il Nume.
     235Quand’ei mirò spezzati
     Intorno a sè gli strali,
     Tosto la mano stende
     In atto minaccioso
     Ver l’empia giovinetta,
     240E mormorando annunzia
     Orribili vendette.
Intanto il bell’Aminta
     Accostasi ad Amore
     E inginocchiato prega
     245L’esacerbato Nume
     Di perdonar la cara
     Colpevol pastorella.
Il Dio benignamente
     L’amante intercessore
     250Ascolta, e gli promette
     L’amor della superba,
     S’egli consente a oprare
     Ciò ch’imporragli. Aminta
     Ratto a tutto consente,
     255E spiegagli Cupido
     Il voler suo, e qual parte
     Prendervi ei debbe: poscia
     Percuotelo coll’arco,
     E tosto è il bell’Aminta
     260Cangiato in brutto vecchio
     Con rughe e barba irsuta:
     Partendo Amor gl’impone
     Di seguirlo pian piano.
Ed ei sen vola dove
     265I giovani pastori,
     Danzando al suon del flauto,
     Si scordano gli affanni
     Che tormentano il core.
Fra breve, dal lontano
     270E grato suon del flauto
     Attratte, le compagne
     Dell’empia pastorella
     Giunsero al lieto stuolo
     De’ giovani pastori;
     275Ma vedendo tra loro
     Amor, quasi di nuovo
     Sfuggiro sbigottite.
     Ma ’l Nume lor comanda
     Di rimanere, e a poco
     280A poco conducendo
     Un core all’altro, tutti,
     Pastori e pastorelle,
     Unisce con occulti
     Ma poderosi lacci.
     285«Qui restate, lor dice,
     Finchè da me lanciato
     Uno stral vi dia cenno
     Di rintracciar seguendo
     Il donno vostro, Amore.»
290Dice e sparisce in seno
     Ad umile cespuglio.
     Là, solitaria gira
     Calliroë. Le lancia
     Amor un di que’ teli
     295Tremendi che riserva
     Secreti nel turcasso
     Per punir gli insolenti
     Mortali, che negare
     Ardiscono o sfidare
     300L’immenso poter suo.
     Anch’essi il cor piagato
     Infiammano d’amore,
     Ma d’amore che sembra
     Furibonda demenza.
305Rimase Calliròe
     Immota qualche tempo:
     Poi subito, riscossa
     Quasi da lungo sonno,
     Arrossisce scorgendo
     310Del core il cambiamento.
     Quei sentimenti istessi,