Dall’alma primavera
Sin all’inverno sempre 65Egli è per ogni lato
D’un abbagliante manto
Di vari fior vestito,
E fisa i lieti sguardi
Del passeggiero nauta. 70Là, di spontanee rose
E d’edera fragrante
All’ombra vaga e fresca,
Alzasi circolare
Un’ampia sede e molle 75Di musco giallo e bruno.
Là fu ne’ tempi andati
La prediletta stanza
Dell’immortale Omero!
Ei là per l’annue feste 80Con zelo preparava
Un numeroso coro
Di giovani e donzelle,
Che in questi verdi prati
Sempre rappresentavano 85Il suo più nuovo canto,
Con il canto e la danza.
Venuto il dì solenne,
Il venerando Vate
Coll’aurea lira in mano 90In mezzo a loro siede;
Di subito la turba
In due parti dividesi,
E mentre l’una canta
In dolci e chiare note 95L’argomento del dramma;
L’altra, vezzosamente
Ballando, il rappresenta.
Tu nel momento istesso
Qui giungesti, o straniero, 100Che l’ultima canzone
Noi cantavam d’Omero.
E forse tu, costretto
A ripartir fra breve,
Le feste non vedrai. 105Per te, o stranier, di nuovo
Darem principio al canto.
(Cantano e Ballano)
Sorpassa Calliròe
Vezzosa e giovinetta
Tutte le pastorelle 110Sue compagne coll’alta
Disinvolta persona,
Qual nella vasta selva
Palma romita innalza,
La maestosa cima 115Su l’altre piante tutte.
È il solo suo pensiero
Di rallegrar le amiche,
Ad una ella compone
La lunga e folta chioma 120In nodo più leggiadro;
Ad un’altra il bel capo
Adorna con i fiori,
Di che sè stessa spoglia;
Piacevolmente assetta 125Ad una terza il cinto;
Cede alla quarta i belli
E splendidi coralli;
Ad altra un variopinto
Gentile canestrino, 130Benchè caro lo tenga. ...
Chi misurarsi seco
Alla danza potrebbe?
Ella talor somiglia
A Diana cacciatrice, 135Allor che stanca e lassa
Di traversar le selve
Arcadiche, discende
Dalle nevose cime
Dell’Erimante, ricco 140Di limpide fontane,
E colle sue compagne,
Divertesi danzando...
Tal altra volta sembra