Pagina:Kulmann - Saggi poetici.djvu/122


— 120 —

     Dall’alma primavera
     Sin all’inverno sempre
     65Egli è per ogni lato
     D’un abbagliante manto
     Di vari fior vestito,
     E fisa i lieti sguardi
     Del passeggiero nauta.
     70Là, di spontanee rose
     E d’edera fragrante
     All’ombra vaga e fresca,
     Alzasi circolare
     Un’ampia sede e molle
     75Di musco giallo e bruno.
     Là fu ne’ tempi andati
     La prediletta stanza
     Dell’immortale Omero!
     Ei là per l’annue feste
     80Con zelo preparava
     Un numeroso coro
     Di giovani e donzelle,
     Che in questi verdi prati
     Sempre rappresentavano
     85Il suo più nuovo canto,
     Con il canto e la danza.
     Venuto il dì solenne,
     Il venerando Vate
     Coll’aurea lira in mano
     90In mezzo a loro siede;
     Di subito la turba
     In due parti dividesi,
     E mentre l’una canta
     In dolci e chiare note
     95L’argomento del dramma;
     L’altra, vezzosamente
     Ballando, il rappresenta.
Tu nel momento istesso
     Qui giungesti, o straniero,
     100Che l’ultima canzone
     Noi cantavam d’Omero.
     E forse tu, costretto
     A ripartir fra breve,
     Le feste non vedrai.
     105Per te, o stranier, di nuovo
     Darem principio al canto.

(Cantano e Ballano)

Sorpassa Calliròe
     Vezzosa e giovinetta
     Tutte le pastorelle
     110Sue compagne coll’alta
     Disinvolta persona,
     Qual nella vasta selva
     Palma romita innalza,
     La maestosa cima
     115Su l’altre piante tutte.
     È il solo suo pensiero
     Di rallegrar le amiche,
     Ad una ella compone
     La lunga e folta chioma
     120In nodo più leggiadro;
     Ad un’altra il bel capo
     Adorna con i fiori,
     Di che sè stessa spoglia;
     Piacevolmente assetta
     125Ad una terza il cinto;
     Cede alla quarta i belli
     E splendidi coralli;
     Ad altra un variopinto
     Gentile canestrino,
     130Benchè caro lo tenga. ...
Chi misurarsi seco
     Alla danza potrebbe?
     Ella talor somiglia
     A Diana cacciatrice,
     135Allor che stanca e lassa
     Di traversar le selve
     Arcadiche, discende
     Dalle nevose cime
     Dell’Erimante, ricco
     140Di limpide fontane,
     E colle sue compagne,
     Divertesi danzando...
     Tal altra volta sembra