Or quell’armi tu tratti,
Convenienti solo
Al nostro braccio forte?» —
340«Di Pafo e Gnido l’are
Colme sono d’offerte,
Che depongono a gara
Chi ad adorar ne viene.
Ma spesso avvien che impresa 345Più difficil ne alletti,
Qual d’abbassar l’orgoglio
D’un vincitor superbo.»
Così dicendo Amore
Dal turcasso due strali 350Prende, l’un d’oro e aguzzo,
L’altro di piombo e ottuso:
L’un genera l’amore,
L’altro dispetto ed odio.
☆
Piagò coll’aureo strale 355Febo; con quel di piombo
Vezzosa giovinetta,
Che sull’ameno lido
Del genitor Penéo
Va le fiere inseguendo. 360Feriscono gli strali
D’Amor anche da lungi!
Avvampa il cor d’Apollo
D’inestinguibil fiamma,
Or senza gioja vede 365Il suo tempio nascente
E de’ popol la turba.
Impazïente il core
Il tragge involontario
Là ne’ piani di Tempi.
370Ivi Dafne ritrova,
Dafne per lui più bella
Delle Grazie e di Venere:
E per lei lieto, immemore
D’aver sua sede in cielo, 375Lascerebbe l’Olimpo.
☆
Ma son, non che i mortali,
Gli Dei giuoco d’Amore!
La Ninfa, visto ch’ebbe
Apollo, al par d’un mostro 380Orrendo il teme e l’odia,
E rapida sen fugge.
Apollo l’inseguisce
E le grida correndo:
«D’un Nume altera prole! 385Son io pastor che sprezzi
Od un ladron che temi?
Sappi, che figlio io sono
Della vezzosa Leto
E del possente Giove, 390E fratello di Diana
Cui tu te dedicasti.
Rallenta il corso, anch’io
Rallenterò ’l mio passo,
Temendo che ’l piè molle 395Pietra aguzza t’offenda.
Sol mira me: se spiaccio,
Abborri me, se ’l vuoi!»
☆
In vano. Dafne corre
Ancor più ratta, e giunta 400Alla paterna sponda,
Grida: «Salvami, o padre!
O se nol puoi, distruggi
Questa beltà fatale,
Ch’è dell’eccidio causa 405Dell’unica tua figlia!»