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A MIRTOO
Vicino alla muscosa
Capanna, dove io nacqui,
Un olezzante bosco
Di gelsomini s’alza.
5In quella sua profonda
Oscuritate alberga
Lungi da invidia e applausi
La regina del canto.
Tosto che la sua voce
10Altisonante echeggia
Nella sopita valle,
Aurora in fretta prende
Il roseo velo, e in luogo
Dell’Alba pigra, appare
15Sul limitar del giorno;
E mezzo il ciel si veste
Di nubi porporine,
Che in ondeggianti striscie
Son miste a lucid’oro:
20Dalla fumante selva
Vaporose colonne
Ascendono nell’etra:
La valle rugiadosa
Vasto lago somiglia,
25I cui giocosi flutti
Han d’ôr le cime increspe:
E quasi trasformato
Da magico potere,
L’aer d’intorno spira
30Puro d’ambrosia odore.
Non così presto sciogliesi
Ghiaccio d’intorno ai boschi
Al dardeggiar del sole
Che in primavera appare,
35Come ai di lei soavi
Accenti ratto ratto
Dal mesto cor sparisce
Inveterato duolo,
Figlio d’immenso e crudo
40Irreparabil danno.
Ma se talora spiega
Le scintillanti penne
A volo più sublime,
Celebrando in accenti
45Di fuoco i deliranti
Trasporti dell’amore;
Ei par a chi l’ascolta,
Che l’umile terrestre
Soggiorno al ciel s’innalzi;
50Divenga anch’egli un cielo;
E trasformato ogni uomo
Simile a un Dio si crede.
Se coll’andar degli anni
Ottengo anch’io cantando
55Non popolari applausi,
Dovrollo a te, Mirtoo,
Del canto e della lira
Mirabile regina!
Tu, quasi dalla cuna,
60Benigna m’iniziasti
Al culto delle Muse,
Alme dispensatrici
Di meritata lode
Appo l’età presente,
65E di perpetua fama
Ne’ secoli venturi.