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affetto così vivo da togliere quasi il diritto alla critica di notarne la stranezza. Egli è un demonio pentito, che anela di far del bene agli uomini, roso nella sua natura immortale da un assiduo rimorso, sempre rivolto co’ suoi voti al cielo, ch’egli ha conosciuto, alle sfere brillanti, che furono la sua prima dimora. Un ente siffatto, che soggiace alla punizione de’ colpevoli, serbando l’amore della virtù, e colle doti di un angelo, soffre i tormenti dell’inferno, eccita una viva simpatia, un senso nuovo di pietà, di raccapriccio e di amore. “La nostra religione, dice in questo proposito la Staël, non ci è famigliare nelle sue ricchezze poetiche, e Klopstock è uno dei poeti moderni che seppe meglio personificare la spiritualità del cristianesimo con situazioni e descrizioni analoghe alla natura di esso„. Però noi non sapremmo trovare quale dogma cristiano sia manifestato o personificato nel carattere di Abbadona, in cui ci restringiamo ad ammirare una stupenda creazione poetica, non parendoci possibile di giustificarlo coll’ajuto di verun sistema teologico.
«Nella Messiade, ricca di episodj di ogni genere, non v’ha che un episodio di amore, ed è un amore fra due risorti. Cidli e Semida sono stati insieme restituiti alla vita dal Redentore, essi s’amano di un amor puro e celeste come la loro novella esistenza, e non credono di dover soggiacere alla morte, e sperano di trasvolare insieme dalla terra al cielo, senza che un di loro provi l’orribile dolore di un’apparente separazione. Solo un amor così puro poteva essere introdotto in un poema come la Messiade; e questo episodio sarebbe intieramente delizioso, se Cidli e Semida non divagassero troppo spesso in astruse contemplazioni, e se parlassero meno, e talvolta meno oscuramente. Questo difetto de’ discorsi lunghi e meno che limpidi nel concetto e nell’espressione, è generale a tutto il poema; e davvero s’amerebbe a quando a quando che fosse sostituita ad essi qualche situazione drammatica, o per lo meno ch’essi lasciassero al lettore qualche cosa da indovinare.
«Ma ciò che nella Messiade eccita la maggiore meraviglia, è la varietà e laIII
- ↑ Achille Mauri nell’articolo citato più sopra.