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INERZIA E GRAVITÀ | 95 |
partenza e l’arrivo sono indipendenti da tutto ciò che si percepisce. Dal che la conclusione della teoria della relatività meccanica: Il movimento “uniforme” non ha che un significato relativo, ma il movimento non uniforme si concepisce in maniera assoluta, cioè senza corpo di riferimento. La stessa teoria della relatività particolare non aderisce a questo punto di vista. Guardiamo ora questi movimenti di partenza e d’arrivo un po’ piú da vicino: nel primo la velocità cresce, nel secondo diminuisce; il primo è detto “accelerato”, il secondo “ritardato” o “negativamente accelerato.”
Ma poiché i corpi di riferimento sono inutili, in rapporto a che cosa si metteranno in evidenza o si misureranno questi movimenti accelerati o ritardati? Non vi è che una risposta: in rapporto allo spazio stesso. E di nuovo si ricadrebbe sullo spazio, principio fisico, indipendente, “assoluto”, il che non sembra affatto soddisfacente. Einstein pone allora una questione. Questo movimento accelerato positivamente o negativamente, questo movimento vario non lo si può paragonare a niente altro, o sostituirlo con una altra cosa? Osserviamo e completiamo i nostri dati. Se il nostro ascensore si fermasse piú bruscamente del solito, noi saremmo lanciati in aria: tutti se ne possono rendere conto mediante una semplice prova con un bicchier d’acqua. Se l’arresto fosse un po’ piú progressivo, sebbene sempre brusco, si avrebbe una specie di ondeggiamento, una liberazione momentanea dell’“attrazione terrestre”, della gravità. L’inverso si produce alla partenza,