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QUATTRO DIMENS. DEL MINKOWSKI 83

mento fa sembravano profondamente differenti, l’una parallela, l’altra perpendicolare ai fogli, l’una rappresentante un aspetto simultaneo del mondo, l’altra la storia di una linea dello spazio, si trasformano in modo continuo l’una nell’altra. La velocità della luce che l’osservatore non può raggiungere, o in ogni caso non può superare, dà il limite dell’obliquità delle due specie di sezioni.

Non possiamo fermarci piú lungamente per dimostrare come questo schema, cosí felicemente trovato, permetta di dimostrare tutte le proprietà essenziali della geometria della Relatività del Minkowski. È appena necessario aggiungere che Minkowski non pensa a fotografare l’universo e in conseguenza a proiettare le sue tre dimensioni su due, ma che egli si rappresenta gli universi a tre dimensioni adattati gli uni sugli altri, il che naturalmente non è possibile che in una quarta dimensione. Lo schema dimostra bene come, collocando le une sulle altre le prove a due dimensioni, si ottiene un blocco a tre dimensioni, e come s’introduce questa terza dimensione che rappresenta il tempo e non ha differenze essenziali con le altre due.1

Se si esamina l’insieme della concezione di Minkowski si pensa involontariamente alla frase che Wagner mette sulla bocca di Gurnemanz che si rivolge al giovane Parsifal: “Tu vedi, o figlio, il tempo qui diventa spazio.”

  1. Una rappresentazione, particolarmente piacevole, del tempo quale quarta coordinata dello spazio ai trova in “Kleinen Schriften” del Dr. Mises (Gustavo Teodoro Fechner). Lipsia, 1875. Breitkopofe Härtel.