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LA RELATIVITÀ PARTICOLARE |
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l’osservatore che per se stesso si ritiene “in quiete;” e poiché noi ammettiamo che il suo movimento è rettilineo e uniforme, si vede facilmente che la sezione deve essere fatta con un piano che non è più perpendicolare ai fogli e il cui angolo differisce tanto maggiormente da un angolo retto, quanto più rapidamente il secondo osservatore si muove rispetto al primo. Quanto alle immagini che rappresentano l’aspetto dell’universo ad un dato istante, anch’esse non sono le stesse per i due osservatori: abbiamo dimostrato nel capitolo quinto sulla relatività del tempo che essi non considerano come simultanei gli stessi avvenimenti; ed è facile vedere che la differenza dei tempi è tanto più grande quanto più lontano dagli osservatori si producono gli avvenimenti da paragonare. Nello stesso capitolo abbiamo visto che per la velocità della terra era necessaria una distanza di sei anni-luce per ottenere una differenza di un secondo di tempo; per una distanza di dodici.... diciotto anni-luce, la differenza sarebbe di due, tre.... secondi. Se si sono prese dieci vedute al secondo, per avere una veduta relativa ad un dato istante, all’osservatore in movimento avente velocità uguale a quella della terra, bisognerà che la sezione abbia una inclinazione tale da tagliare dieci fogli tra due piani che sono ad essi perpendicolari e sono distanti sei anni-luce. Si vede agevolmente che la sezione che rappresenta un aspetto simultaneo è tanto più inclinato, cioè fa un angolo tanto più grande coi fogli, di quanto il movimento relativo dell’osservatore è più rapido. Si vede perciò che le sezioni che un mo-