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PREFAZIONE



Ditemi, in che cosa consiste precisamente la teoria della relatività?” Molte persone che s’interessano ai problemi filosofici, mi hanno più volte fatto questa domanda, ed io non ho potuto sempre, secondo il loro desiderio, dar loro in cinque minuti una spiegazione soddisfacente. Queste conversazioni, ciò non pertanto, non mi sono riuscite completamente inutili; esse mi hanno permesso di veder bene le difficoltà che la teoria presenta a noi tutti indistintamente, ed hanno rafforzato la mia convinzione che fosse possibile esporne i punti principali senza l’aiuto di alcun calcolo. Date queste condizioni bisogna, naturalmente, rinunziare a molti particolari; se fosse differentemente le matematiche non sarebbero di alcuna utilità. Ma il lettore, del quale io sopratutto mi occupo, è quello che, pur non desiderando conoscere la forma della trasformazione di Lorentz, si interessa tuttavia delle idee fondamentali: relatività del tempo e dello spazio, possibilità di verificare la teoria con i fatti; e non mi pare di dovergliene interdire l’intelligenza anche se la sua cultura matematica non è sufficiente. Del resto, quegli stessi che ne potrebbero seguire tutto lo sviluppo, spesso sono lieti di non dover per nulla trar partito dalle loro cognizioni. Su questa materia vi sono già molte opere di volgarizzazione, ma questa è una parola molto relativa: mentre un iniziato non incontra alcuna difficoltà a concepire dei cronometri collegati all’asse degli x del sistema mobile K’ e osservati dal sistema in stato di quiete K, l’attenzione del lettore, poco abituato a queste astrazioni, ne è talmente assorbita che non le si può più fare intendere nulla su queste questioni, che sono tutt’altro che semplici. Certo però, questi tentativi di esposizione della teoria sotto una forma popolare non sono stati senza influenza sul mio lavoro; le numerose memorie filosofiche del signor Petzoldt, le opere dei signori Angersbach e Bloch (vedere la bibliografia alla fine del volume), le molteplici conversazioni personali