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54 | LA RELATIVITÀ PARTICOLARE |
ste circostanze accessorie, non si può forse pensare che la marcia di un orologio, esatta fino a che si trova a fianco del tipo, sia incerta una volta che l’orologio stesso è isolato? Il negarlo sarebbe supporre una perfezione assoluta nel lavoro dell’orologiaio, ma tal supposizione non ci può interessare. Per estendere la misura del tempo a tutta una zona vale meglio ammettere la necessità di un controllo reciproco degli orologi cosí frequente quanto piú si può desiderare: è cosí che si procederà in pratica. Tutti gli orologi che devono segnare la stessa ora, per esempio quella dell’Europa occidentale, sono collegati con un sistema di segnali che ci garantisce l’identità delle loro indicazioni. Non vi è in ciò alcuna difficoltà fintanto che la zona è abbastanza piccola, per il fatto che la trasmissione di questi segnali non richiede un tempo apprezzabile. Grazie alla velocità enorme dei fenomeni ottici, elettromagnetici o elettrici, rientrano in questo caso tutte le estensioni che geograficamente possono essere considerate ed anche la terra intera.
Supponiamo ora che la zona munita di orologi sia troppo grande perché si possa trascurare la durata della trasmissione, la quale, in ogni caso non è mai nulla. Ecco come procederemo: ad un istante determinato, per esempio alle ore 12, un osservatore A invia un segnale; quando questo arriva ad un secondo osservatore B, l’ora che B, fa segnare al suo orologio non è le 12: bisogna aggiungervi il tempo impiegato dal segnale per raggiungerlo. Questa correzione è tanto importante che noi insisteremo ancora sulla sua neces-