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la del Michelson almeno avesse avuto un risultato positivo, si sarebbe potuto vedere in essa una specie di prova di questa esistenza.

Piú uno vi riflette, piú si persuade che in ogni dove noi non vediamo se non dei movimenti relativi, solo i nostri dati, di cui abbiamo immediata conoscenza possono unicamente essere da noi seguiti sperimentalmente, e sono questi dati reali che la scienza nel suo cammino empirico deve prendere come elementi di questa teoria.

Era dunque naturale che la teoria del Lorentz perdesse rapidamente terreno, quando A. Einstein, con la sua spiegazione geniale, permise di nuovo una concezione puramente relativista, della quale non si sperava ormai piú la possibilità.


IV


LA RELATIVITÀ DELLO SPAZIO

SECONDO EINSTEIN


a) La nuova spiegazione


Il carattere piú saliente dell’opera di Einstein è, forse, quello di fondare con grande prudenza la teoria del Lorentz su basi assolutamente nuove, di conservarne tutti i particolari utili e, sopratutto, la piú gran parte dello sviluppo matematico. In compenso, ciò che Lorentz considerava come un fenomeno fisico, Einstein lo spiega semplicemente per mezzo di considerazioni filosofiche o matema-