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LA SPIEGAZIONE DI LORENTZ 33

celebre della fisica. Quando avvenne un fatto straordinario: il fisico olandese H. A. Lorentz, già molto conosciuto, si soffermò dinanzi a questo problema, e, senza contentarsi di darvi il primo impulso, ne tentò la soluzione con una vastità di vedute ed un’audacia non comuni.

Un esempio ci mostrerà le grandi linee del suo pensiero che matematicamente non è di un’assoluta irreprensibilità, come il lettore attento forse noterà, ma permette di spiegare l’essenziale sotto una forma figurata e facile a comprendersi, e per noi questa è la cosa principale. Ritorniamo al nostro treno in marcia e al segnale luminoso lanciato dal vagone di coda. Lorentz suppone che, per l’effetto stesso del suo movimento, il treno subisce un accorciamento, una contrazione, il che avviene per ogni oggetto mobile; questa contrazione del resto non può essere che molto lieve, come vedremo; ma in ogni caso, essa non è percettibile e osservabile che dal suolo e non dal treno. Se noi collochiamo nel treno in movimento o sul suo predellino il regolo per misurare il treno stesso, si vede che il regolo e il treno, partecipando allo stesso movimento, si accorciano simultaneamente e quindi il regolo resta contenuto nella lunghezza del treno lo stesso numero di volte, quante lo sarebbe se detta misurazione avvenisse nel treno in quiete. Il numero di volte che si riporta un regolo su di un tratto viene da noi chiamato lunghezza di questo, e naturalmente per il loro simultaneo accorciamento, lunghezza e regolo rimangono rispettivamente invariati. Supponiamo ora che il nostro treno abbia 300.000

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