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26 LA RELATIVITÀ PARTICOLARE

nelle quali il lettore curioso può ritrovarla. Notiamo semplicemente una difficoltà: le estremità dei percorsi luminosi di due raggi sorti da una stessa sorgente, l’uno nel senso della corrente d’aria, l’altro in senso inverso, non coincidono, mentre che il metodo interferenziale ha bisogno della riunione dei due fasci separati. Si è tuttavia arrivati a sormontare questo ostacolo per mezzo di una disposizione geometrica molto ingegnosa, disgraziatamente però a detrimento della grandezza dell’effetto da constatare. Perché esso fosse ancora misurabile bisognava trovare un movimento del mezzo ben piú rapido di quello di cui si disponeva nell’esperienza di Fizeau; il piú rapido possibile era quello della terra sulla sua orbita, 30 chilometri al secondo circa, appena la 1/10.000 parte della velocità della luce.

È dunque questo movimento che il Michelson ha scelto, e del resto l’interesse particolare che gli si annette l’avrebbe imposto anche senza questa ragione. Si trattava dunque di sapere se, per l’osservatore trasportato dalla terra, la luce si propaghi nel senso del movimento piú rapidamente che nel senso inverso e di misurare la differenza. La straordinaria importanza della risposta, anche per l’astronomia, salta agli occhi. Noi infatti conosciamo il movimento della terra intorno al sole, ma non abbiamo che delle nozioni incomplete di quello del sole rispetto alle stelle fisse, cioè a dire nell’universo, e, dato lo stato attuale dell’astronomia, dovremo forse continuare le nostre osservazioni ancora per dei secoli prima di poter risolvere questo problema in