multaneamente dal sistema stesso e dal suo esterno. Supponiamo, per prendere un esempio semplice, dei fanciulli che giocano a palla su di una nave che rasenta la costa, e osserviamo la palla, la sua velocità in particolare, prima dal ponte, poi dalla riva. La nave è il nostro “sistema in movimento.” Visto dal ponte, il gioco si svolge esattamente come sulla terra ferma; la velocità della palla relativamente alla nave è, nei due sensi, la sua velocità ordinaria, quella che avrebbe sulla terra. Ma, visto dalla riva, il movimento è piú rapido quando la palla è lanciata verso l’avanti; perché alla velocità del battello, che anch’essa possiede, si aggiunge la velocità propria della palla stessa. Quando questa è lanciata verso l’indietro è necessario che noi consideriamo che dalla sua “velocità propria” vien tolta quella del battello (o inversamente secondo le loro grandezze relative), di modo che se, per esempio, tutte e due (velocità propria e velocità del sistema) sono per caso eguali ma di senso opposto, la velocità della palla, vista dalla terra, è nulla rispetto ad essa. Se, invece, il gioco ha luogo sulla riva, il movimento della palla nel senso della marcia appare rallentato quando lo si osserva dalla nave, poiché dalla sua velocità propria bisogna togliere quella della nave, mentre che il movimento della palla nel senso opposto sembra, naturalmente, accelerato di altrettanto.
Immaginiamo che la nostra nave, supposta disalberata, scompaia dietro una diga e che non si possa piú vedere altro che le palle andare e venire, o anche la parte superiore di un passeggero