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146 LA RELATIVITÀ GENERALE

raggio, per semplificare ed unificare, di considerare come relativo un concetto giudicato sino ad allora assoluto. Poiché l’essenziale nell’opera di Copernico è che il concetto dello stato di quiete diventa relativo da assoluto come sembrava con la terra fissa. lu Anche gli ostacoli che sono sorti davanti a questi due tentativi di progresso sono analoghi. Il senso comune risente come una negazione dei valori psicologici la relatività delle leggi ch’esso considera come assolute, e si mette in guardia. L’esperienza quotidiana, quella, per esempio, dello stato di quiete della terra o della invariabilità delle misure del tempo e dello spazio, fa sempre sentire la sua influenza e tende a prendere un valore assoluto, senza condizioni, anche molto al di là del campo dove essa ha agito. Contro di essa appunto, la critica e la teoria sostengono una lotta ostinata.

L’avvenire dirà se le nuove idee riporteranno anche per la relatività una vittoria definitiva e completa.

In un punto tuttavia la lotta sarà almeno piú facile che al tempo di Copernico: ciò che a lui sopra tutto si è rimproverato non è d’aver messo la terra in movimento in quanto sistema fisico, ma di aver toccato il carattere religioso che vi si collegava, poiché era ferire i contemporanei di Lutero, sin nel loro piú profondo, il mettere il piedestallo della Divinità, il teatro degli atti del Salvatore del mondo, all’altezza di Venere o di Marte. La nostra nuova teoria non avrà da combattere il valore reale od immaginario di queste idee, essa