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134 | LA RELATIVITÀ GENERALE |
introdotto una concezione dello spazio che, molto tempo prima di Einstein, si trovava esattamente d’accordo con le esigenze della sua fisica. Allorché duecento anni avanti l’êra cristiana Apollonio scrisse il suo libro sui coni, delle menti, unicamente preoccupate della utilità immediata, potevano ben domandare qual era lo scopo di questi studi su delle curve che la natura non ci mostra. Lo “scopo” fu trovato quando diciotto secoli piú tardi Keplero enunciò le sue leggi. Una volta ammessa la teoria della relatività, si trova una relazione analoga tra la fisica di Einstein e le speculazioni di Riemann (su queste molto interessanti questioni vedere la Bibliografia). Con ciò cade l’accusa lanciata contro Einstein di aver plagiato Mach, Riemann ed altri, biasimo altrettanto ridicolo di quello che si facesse a Keplero di aver copiato Apollonio, e a Wagner in rapporto a Schopenhauer, sotto pretesto che le tendenze della musica wagneriana coincidono con quelle della filosofia di Schopenhauer.
XV
CONSEGUENZE COSMOLOGICHE1
Tra le conclusioni che Einstein ha tratto dal suo cambiamento delle concezioni dello spazio e del tempo, nessuna ha prodotto tanta sensazione come quella che, riferendosi all’infinità del mondo,