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128 LA RELATIVITÀ GENERALE



XIV


LA PROVA DEI FATTI


Il nostro esposto potrebbe servire, nel campo della relatività, a facilitare al lettore l’intelligenza dei nuovi procedimenti del pensiero, ma non sarebbe onesto lasciar credere che si può considerare questa teoria come un fatto provato dall’esperienza: non si comprenderebbe come alcuni scienziati, molto noti, come l’astronomo v. Seeliger di Monaco, il fisico Lenard di Heidelberg, non aderiscano ad essa. La maggior parte dei fisici hanno, è vero, un’attitudine più favorevole. Noi tenteremo d’indicare, il più obiettivamente possibile, i fatti che si possono far valere a pro o contro la realtà.

Abbiamo già parlato di uno spostamento del perielio di Mercurio. Per piccolo che sia, esso è assolutamente innegabile, e chi ne ha calcolato il valore è stato nientemeno che Leverrier, quello che ha scoperto Nettuno. Se si respinge la spiegazione di Einstein ci si mette in una situazione difficile. Non si vede come si potrebbero porre i fatti d’accordo con la legge di Newton, a meno che non si scoprisse il pianeta intra-mercuriale che, nonostante tutti gli sforzi, non è stato mai potuto osservare. È anche possibile che in luogo di esso vi sia una massa di polvere estremamente fine; si è creduto con ciò di spiegare un altro fenomeno misterioso, la luce zodiacale. Tuttavia sino ad oggi, nessuno ha tentato di sviluppare


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