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126 LA RELATIVITÀ GENERALE

vimento, che è ora diretto verso l’“alto”, del nuovo campo. Dal punto di vista relativo nulla è cambiato, e fisicamente non accade nulla in questo momento. Si vede che, anche dal punto di vista della relatività generale, non è l’arresto brusco dell’impalcatura che genera la catastrofe, ma la pietra sulle rotaie che impedisce la “caduta.” Non è meno stupefacente vedere un fatto cosí insignificante, come l’esistenza di una pietra in un punto delle rotaie, legato all’arresto brusco del nostro enorme sistema; è in ciò che si sente l’arbitrio della nostra ipotesi iniziale: a parlare francamente è da insensati ammettere che il treno sia rimasto in quiete; l’esempio è stato scelto da un avversario della teoria della relatività che ha esposto un punto di vista inverosimile per mettere dei bastoni tra le ruote: improvvisare lí per lí la verifica di un’ipotesi cosí assurda, si può dire, non sarebbe certo un titolo di gloria all’attivo della nostra dottrina: le supposizioni arbitrarie che si è obbligati di fare mostrano bene il carattere antinaturale del punto di vista dal quale si è partiti. Infine si può essere urtati dall’apparizione improvvisa del campo di gravitazione. È qui del resto il nodo di tutta la teoria: si può supporre che delle masse cosí distanti, perché sono animate da un movimento relativo prodigioso, possano produrre un campo di gravitazione molto piú intenso di quello che non l’abbia permesso, fino ad ora, la concezione di Newton? Su questa interrogazione terminava il nostro capitolo sulle forze centrifughe. Nei riguardi dell’inerzia, e delle forze centrifughe che agiscono sulla terra, le stelle