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124 | LA RELATIVITÀ GENERALE |
vimento, direttamente opposto a quello dell’armatura, scompare all’arresto di quest’ultima.
Come spiegano i nostri osservatori i fenomeni che essi constatano nel treno? Essi non possono riferirli all’inerzia, perché il treno, rispetto a loro è sempre in quiete. Essi ammetteranno quindi un campo di gravitazione che ha portato in quiete la regione circostante, che prima era in movimento, ed ha tutto sconvolto nel treno. Quanto alla causa dell’apparizione di questo campo di gravitazione, sarà evidentemente il movimento relativo di tutti i corpi celesti, rispetto al loro sistema, che essi percepiranno all’istante della loro brusca fermata.
Noi non citeremo che alcune delle obiezioni possibili. Si potrebbe dire a tutta prima che questa azione repentina di corpi celesti, benché molto lontani, non è che un’azione istantanea a distanza, precisamente incompatibile con la nuova teoria. Rincresce di non poter disporre piú del nostro vecchio etere che ci permetterebbe di rappresentare facilmente la concezione di Einstein; potremmo immaginare che i corpi celesti lontani creano in esso delle tensioni insensibili finché il movimento è uniforme, e sensibili appena esso non è piú tale, il che permetterebbe l’apparizione improvvisa di un campo di gravitazione. Siccome noi non abbiamo piú etere, ci è necessario ricondurre tutto al “campo;” ma in fatto questo non cambia nulla. D’altro canto Einstein ha ripreso il vocabolo etere, per dare una designazione piú concreta alle proprietà variabili di questo campo, ma non si può riconoscere ad esso, come del