Pagina:Kirchberger - Teoria della relatività, 1923.djvu/103

100 LA RELATIVITÀ GENERALE

questa proporzionalità della gravità e dell’inerzia come un semplice fatto, un nudo fatto dovuto al caso, o se non fosse necessario cercare di chiarirlo in attesa di poterlo spiegare, di utilizzarlo in una maniera qualsiasi, di fargli posto nella concezione fisica dell’Universo.

Si tratta infatti di cosa veramente notevole. Le altre forze agiscono sui corpi in maniera tutt’affatto differente. Una piccola pallottola di midollo di sambuco, caricata di elettricità, sviluppa forze elettriche considerevoli, mentre il suo peso è, al paragone, insignificate. Per una sfera di piombo caricata alla stessa maniera il rapporto è rovesciato. Il ferro e il nichel possono essere tutti e due magnetizzati, ma il primo molto piú del secondo. Di fronte al calore tutte le sostanze si comportano differentemente: è necessario molto piú calore per elevare ad una data temperatura un litro d’acqua che un litro di mercurio, che ha una massa e un peso ben superiori. Insomma in ogni dove noi guardiamo, esistono differenze; soltanto si corrispondono perfettamente le proprietà piú generali dei corpi: gravità ed inerzia. “Meravigliarsi” è, secondo Aristotele, il cominciamento di ogni filosofia: mentre il profano considera questo fatto tanto importante come qualche cosa di evidente che non richiede alcuna spiegazione, il fisico ne ebbe attratta l’attenzione, e prima della relatività generale è stato condotto ad una spiegazione soddisfacente nel quadro della relatività particolare.

Veniamo ora alla teoria di Einstein.

È l’inerzia che determina il movimento uniformemente vario; d’altra parte una proprietà