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al professore Hufeland. 23


il sangue al volto; ma la saliva prodotta dalla stessa irritazione ne impedì il suo effetto, cioè l’espulsione dell’aria. È questa un’operazione d’animo che richiede un massimo grado di fermo proponimento, ma che appunto perciò torna tanto più giovevole.


VI.

Delle conseguenze di questa abitudine
del respirare colla bocca chiusa.

L’immediata conseguenza n’è, che continua puranco nel sonno, e che per conseguenza mi desto quasi spaventato, subito che respiro colla bocca; dal che riluce che il sonno, ed il sogno con esso, non è una totale assenza dallo stato desto, per non ammetter pure un’attenzione che s’immischi sulla propria situazione in quello stato, locchè si può anco desumere da ciò, che quelli, i quali si proposero la sera di alzarsi nella mattina susseguente più di buon’ora, si risvegliano pure più di buon’ora; probabilmente vennero destati dagli orologi di città, che hanno dovuto udire e cui avranno prestata attenzione anco nel sonno.

L’immediata conseguenza di questa lodevole abitudine si è che l’involontaria sforzata tosse (non l’espettorazione) ne venga in ambi gli stati impedita, e quindi una ma-