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al professore Hufeland. 13

avanzata dolevasi quasi qual perdita di una buona società, che non potendo più sentire il filo fra le dita, arrischiasse di morire di noja.

Ma onde il mio discorso sulla longevità non arrechi noja a voi pure, e divenga pertanto appunto pericoloso, porrò limiti alla loquacità, di cui si suol ridere, quale vizio della vecchiaja.


I.

Dell’ipocondria.

La debolezza di darsi in preda in generale con paura alle proprie morbose sensazioni senz’alcun fisso oggetto (per conseguenza senza tentare di padroneggiarle colla ragione) — , la malattia de’ grilli (hypochondria vaga)1, che non ha sede fissa nel corpo, essendo una mera creatura della fantasia, e perciò può chiamarsi pure poetica — in cui il paziente crede osservare in sè stesso tutte le malattie che legge ne’ libri — , è appunto il contrario di quella facoltà dell’animo di padroneggiare i proprj morbosi sentimenti, vale a dire pusillanimità di covare su’ mali che potessero sopravvenire all’uomo, senza


  1. A differenza della topica (hypochondria intestinalis).