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zione; poiché le cognizioni dipendono dall’educazione, e questa da quelle. Ecco il motivo per cui l’educazione lentamente procede, e non può nascere una giusta nozione di questa, se non quando una generazione tramanda i suoi lumi, e le sue sperienze alla futura; e quando questa vi unisce pure le sue. Quale somma coltura e quale esperienza presu[p]pone una simile concezione? Essa dunque non può maturare che tardi, e noi stessi non abbiamo ancora fissato con chiarezza se l’educazione in particolare debba modellarsi sulla coltura dell’umanità in generale la quale è derivata dalle varie generazioni.

Due sono i più difficili trovati dell’uomo, l’arte cioè del governare, e quella dell’educare, ed ancora si disputa sulle idee clic vi appartengono.

Da che dunque dobbiamo incominciare per lo sviluppo delle umane disposizioni? Dallo stato rozzo o dal culto? È difficile il figurarsi uno sviluppo dalla rozzezza (quindi è sommamente difficile il potere aver un’idea del primo uomo) poiché vediamo che malgrado allo sviluppo da questo stato siamo in esso ricaduti per rialzarci di nuovo. Fino nelle prime notizie che scritte da alcuni po-