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letterato conosciuto della Germania1, (il quale da diversi anni in poi dà lezioni accademiche di geografia fisica), onde scoprire quelli errori che avessero potuto introdurvisi.
Fra questi manoscritti se ne trova uno, il quale è stato riveduto dallo stesso Kant, come secondo Vollmer, dimostrano le correzioni ed annotazioni in margine fatte di suo proprio pugno, favore che concesse nelle ore disoccupate ai suoi uditori più assidui ed intelligenti. Da questi tre manoscritti dunque è tratta la
- ↑ A parer mio questo è il sig. Schell nominato nell’Archiv litteraire de l’Europe sotto l’articolo Geographie physique de Kant. Tom. XI. pag. 334 ec. Almeno non mi è nota alcun’altra edizione della detta Geografia, che la qui sopra indicata, e quella pubblicata dal D. Rink la quale non conveniva di tradurre.
quasi tutta la sua dottrina a memoria, e si servì di poche annotazioni. La sua estesa lettura unita a vaste cognizioni, ed una felicissima memoria facevano sì, che non serbava mai lo stesso andamento nelle sue lezioni, poichè ora si fermava più sopra l’una, ora più sopra l’altra materia. Questa è la ragione perchè Vollmer si è servito di tre differenti manoscritti per far compilare la presente opera.