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narono ad un timpano; altri ancora la credettero una piramide colla punta voltata in giù. Anassimandro la paragonò ad un pilastro o ad una colonna cilindrica1, ed Anassagora stesso, amatore di paradossi, ed Epicuro ancora non osarono attribuirle altra forma che quella di un disco piatto. Lucrezio d’altronde ride moltissimo sulla gravità verso il centro, e sugli antipodi2 de’ quali egli dice: Sed vanus stolidis haec omnia finxerit error. Altri la credettero un cubo, ed altri un parallelepipedo a base rettangolare. Quindi presso gli antichi nacquero molte dispute risguardanti il centro della superficie della terra. I Greci mischiarono Giove nella questione, e gli fecero spedire due aquile nell’istesso tempo, una delle quali volò verso l’oriente, l’altra verso l’occidente; e credettero che da lui fosse dichiarato centro il luogo dov’elleno s’incontrarono: questo, secondo essi, era Delfi. Quivi si mostrarono lungo tempo le due aquile ed un umbilico, per indicare che ivi fosse l’umbilicus orbis

  1. Plutar. de placit. philos. 3. 10 Euseb. de praep. ev. 1. c. 8.
  2. Lucret. l. 1051-1075. lib. V. 538. segg.