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dall’acqua cadente, e da maggior alimento al fuoco che qualunque altro mantice. Il mormorio delle sorgenti, e lo strepito delle correnti che cadono sulle pietre, hanno in ciò la sua cagione. Le bolle che per questo processo continuamente si dividono dall’acqua, producono lo strepito. Anche i grandi fiumi romoreggiano in tempo di calma, ciocchè dicesi rastern, secondo il termine usato nei contorni dell’Elba, presso Stade, poichè vi si trovano banchi d’arena, scogli o prominenze a fior d’acqua, che obbligano le particelle acquose a dividersi ed a sviluppare l’aria.

I raggi di luce, e il frequente lampeggiare che si osserva lungo la tromba, si spiegano sufficientemente bene per mezzo dell’acqua piena di elettricità, che nell’istesso tempo accresce lo scomponimento dell‘aria, e qualunque effetto dell’aggiramento.

Il turbine o la tromba può restar immobile alloraquando l’aria concorrente da tutti i lati sta in equilibrio. Spingendo quest’aria più da una parte (cosa che ordinariamente accade, poichè non tutte le colonne di aria non sono egualmente riscaldate), succederà un movimento progressivo, e pro-