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scia. Questa specie di luccicare non mai si distende lontano dalla nave, e si comunica solamente alle onde più vicine, le quali in direzione obliqua si rompono contro di essa. Ordinariamente dopo un tale fenomeno i navigatori hanno vento fresco. Il vento del nord particolarmente favorisce queste fiamme; ma i venti umidi, come quei del sud, o la stagione umida, sono loro contrarj. Oltre di queste fiamme, osservasi ancora qualche volta uno splendore bianco latteo, ed altra volta una specie di fiamme, ora maggiori ora minori, nascenti due o tre piedi e più sotto acqua. Bajon, medico a Cayenne, presume essere queste fiamme forse un effetto di strofinamento che nasce nell’interno

    di quello del sangue, impedisce ambedue le operazioni. Un pezzo di un pesce che luccicava, messo da Canton in un globo sottile di vetro al 118° del termometro di Fahrenheit, in meno di un minuto perdette intieramente la sua luce: dopo d’essere stato tirato fuori dell’acqua, la riacquistò nuovamente in 10 secondi di tempo, ma non fu splendido come prima. Pare dunque essere così decisa che spesse volte il luccicare del mare nasca da un principio di putrefazione: ma tutt’i fenomeni del luccicare del mare forse non si lasciano spiegare da questo solo: perciò conviene far valere ancora altre spiegazioni accennate nel testo, secondo Forster.