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sull’orizzonte, montando verso il mio capo, e si riabbasserà quando ritorno sotto l’equatore. La stella polare dunque descriverà un arco che mi corre incontro, e ch’è concentrico coll’arco del quadrante: e sarà la medesima cosa il misurare la lunghezza dell’arco descritto dalla stella polare sopra l’orizzonte, che la distanza per la quale è disceso l’equatore. Prendendo due righe, delle quali una sia vertibile intorno al centro d’un quadrante, fissato sull’altra che ne rappresenti il raggio, e ponendole accuratamente, per mezzo d’un filo verticale, in un piano orizzontale, e paralelle tra loro, se si diriga l’una, di esse verso la stella polare, l’angolo che fanno ambedue le linee indica l’altezza di questa stella; l’arco che si trova frammezzo a queste linee, e quello fra l’orizzonte e la stella, sono concentrici tra loro; e giustamente la parte che l’angolo suddetto taglia da un piccolo quadrante, è tagliata parimente dall’arco celeste, da’ suoi lati prolungati fino al cielo. L’innalzamento di un paese sopra l’equatore, o il montare del polo supra il suo orizzonte, e la latitudine, sono dunque la medesima cosa, la quale è assai facile a trovarsi per mezzo de’ circoli paralelli che coll’equatore vanno paralelli intorno al polo.