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estetica trascendentale
 


3. Su questa necessità a priori si fonda anche la possibilità di principii apodittici dei rapporti di tempo, o assiomi del tempo in generale. Esso ha una sola dimensione; diversi tempi non sono insieme, ma successivi (come diversi spazi non sono successivi, ma insieme). Questi principii non possono esser desunti dall’esperienza, perchè questa non potrebbe darci nè universalità rigorosa, nè certezza apodittica. Potremmo dire soltanto: così ci dice la percezione comune, ma non: così deve essere. Questi principii valgono come leggi per le quali è possibili l’esperienza in generale, e ci istruiscono prima, non per mezzo di essa.

4. Il tempo non è un concetto discorsivo o, come si dice universale, ma una forma pura dell’intuizione sensibile. I diversi tempi non sono se non parti appunto dello stesso tempo. Ma la rappresentazione, che non può esser data se non per un solo oggetto, si chiama intuizione. Inoltre, la proposizione, che tempi diversi non possono essere insieme, non si può dedurre da un concetto generale. Questa proposizione è sintetica, e non può essere dedotta solo da concetti. È dunque immediatamente contenuta nell’intuizione e rappresentazione del tempo.

5. L’infinità del tempo non significa se non che tutte le quantità determinate di tempo sono possibili solo come limitazioni di un tempo unico, che stia a loro fondamento. Quindi la rappresentazione originaria tempo dev’essere data senza limitazioni. Ma quando le parti stesse e ogni grandezza di un oggetto non si possono rappresentare determinate se non con una limitazione, allora la rappresentazione totale non può esser data mediante concetti (perchè essi non contengono se non rappresentazioni parziali), ma a fondamento di esse dev’esserci un’intuizione immediata.