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70 estetica trascendentale

intuizione pura. Perchè primieramente, non ci si può rappresentare se non uno spazio unico, e, se si parla di molti spazi distinti, s’intende soltanto parti dello stesso spazio unico e universale. Non è possibile che queste parti precedano allo spazio unico ed universale, quasi suoi elementi costitutivi (dai quali risulti poi l’insieme), ma non sono pensate se non in esso. Egli è essenzialmente unico, in esso la molteplicità, quindi anche il concetto universale di spazio in generale, si forma esclusivamente su limitazioni1. Ne segue che, quanto a’ suoi concetti, una intuizione a priori (non empirica) sta a base di tutti i concetti di esso. Così anche tutti i principii geometrici, per esempio che in un triangolo la somma di due lati è maggiore del terzo, non vengono mai ricavati dai concetti universali di linea e di triangolo, bensì dalla intuizione, e a priori con certezza apodittica.

4. Lo spazio vien rappresentato come una grandezza infinita data. Ora, se conviene certo pensare ogni concetto come una rappresentazione contenuta in un numero infinito di differenti rappresentazioni possibili (come loro nota comune), esso dunque le comprende sotto di sè; ma nessun concetto, come tale, può esser considerato come contenente in sè l’infinita moltitudine delle rappresentazioni. Pure, lo spazio è pensato così (giacchè tutte le parti dello spazio coesistono nello spazio infinito). Sicchè la rappresentazione originaria dello spazio è intuizione a priori, e non concetto2.



  1. Cioè, a determinati spazi circoscritti.
  2. Nella 1ª edizione: «Lo spazio viene rappresentato come una grandezza infinita. Un concetto generale dello spazio (comune così a un piede come a un braccio) non si può determinare rispetto alla grandezza. Se non vi fosse l’illimitatezza nel progresso della intuizione, non si potrebbe dare un concetto di relazioni che contenesse un principio della infinità di essa.