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66 estetica trascendentale

zione, dicesi empirica. L’oggetto indeterminato di una intuizione empirica si dice fenomeno1.

Nel fenomeno, io chiamo materia ciò che corrisponde alla sensazione; ciò invece, per cui il molteplice del fenomeno possa essere ordinato2 in determinati rapporti, chiamo forma del fenomeno. Poiché quello, in cui soltanto le sensazioni si ordinano e possono esser poste in una forma determinata, non può essere da capo sensazione; così la materia di ogni fenomeno deve bene esser data solo a posteriori, ma la forma di esso dev’essere del tutto a priori, bella e pronta nello spirito; e però potersi considerare separata da ogni sensazione.

Tutte le rappresentazioni, nelle quali non è mescolato nulla di ciò che appartiene alla sensazione, le chiamo pure (in senso trascendentale). Quindi la forma pura delle intuizioni sensibili in generale si troverà a priori nello spirito, nel quale tutta la varietà dei fenomeni viene intuita in determinati rapporti. Questa forma pura della sensibilità si chiamerà essa stessa intuizione pura. Così, se dalla rappresentazione di un corpo separo ciò che ne pensa l’intelletto, come sostanza, forza, divisibilità, ecc., e a un tempo ciò che appartiene alla sensazione, come impenetrazione, durezza, colore, ecc., mi resta tuttavia qualche cosa di questa intuizione empirica, cioè l’estensione e la forma. Questa appartengono alla intuizione pura, che ha luogo a priori nello spazio, anche senza un attuale oggetto dei sensi, o una sensazione, quasi semplice forma della sensibilità.

Chiamo estetica trascendentale3 una scienza di



  1. Il testo ha Erscheinung = apparizione, o parvenza. Ma tanto l’uno quanto l’altro di questi termini dicono in italiano qualcosa di troppo più particolare dell’Erscheinung di Kant, che è, come egli dice altrove, l’oggetto della percezione. Quindi preferiamo tradurlo con «fenomeno», adoperando egli infatti promiscuamente Erscheinung e Phenomenon.
  2. La 1ª ediz.: «intuito».
  3. I tedeschi sono i soli, che si servano al presente della parola estetica per indicare ciò che gli altri chiamano critica del gusto. La ragione sta nella fallita speranza dell’eccellente analista Baumgarten, il quale credette di ri-