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introduzione 61

questa scienza stessa, giacchè nell’analisi va soltanto fin là dove è necessario, per giudicare perfettamente la conoscenza sintetica a priori.

La mira precipua nella partizione di tale scienza è, che non vi devono entrare punto concetti i quali contengano in sè qualcosa di empirico: ossia, che la conoscenza a priori sia pienamente pura. Perciò, sebbene i principii supremi della moralità e i suoi concetti fondamentali sieno conoscenza a priori, essi non appartengono tuttavia alla filosofia trascendentale, poichè essi, per quanto certo non mettano i concetti del piacere e del dolore, dei desiderii e delle tendenze, ecc., che son tutti di origine empirica, a base dei precetti morali, tuttavia nel concetto del dovere non possono non farli entrare per la costruzione d’un sistema di moralità pura, o come impedimento che va superato, o come stimolo di cui non va fatto un motivo1. Perciò la filosofia trascendentale è filosofia2 della ragion pura semplicemente speculativa. Giacchè tutto ciò che è pratico, in quanto comprende de’ motivi, ha attinenza con i sentimenti, che appartengono alle fonti empiriche della conoscenza.

Se dunque si vuol dividere questa scienza dal punto di vista generale di un sistema, la scienza, che ci accingiamo ad esporre, deve comprendere, in primo luogo, una dottrina degli elementi, e in secondo luogo, una dottrina del metodo della ragion pura. Ciascuna di queste parti principali avrebbe poi sue proprie suddivisioni, il cui fondamento tuttavia non è qui ancora il luogo di esporre. In una introduzione o avvertenza preliminare par che sia necessario soltanto notare che si danno due tronchi dell’umana conoscenza, che rampollano probabilmente da una radice comune ma a noi sconosciuta: cioè, senso e intelletto; col primo dei quali ci son dati gli oggetti,



  1. Prima edizione: «poichè i concetti di piacere e dolore, ecc., che hanno tutti origine empirica, devono esservi presupposti».
  2. Weltweisheit (= sapienza mondana).